Propoganda e turismo - Settembre 2005 - La Critica Politica

La Critica Politica
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Poggiardo Settembre 2005

Propaganda e turismo
Una piacevole discussione da salotto
di Oronzo Pedio

Oramai quando si sente parlare di turismo nel nostro territorio, la prima sensazione è quella di una noiosa “litania”. E quanto più se ne parla più i risultati in termini di presenze sembrano essere negativi. Ed allora ecco che scendono in campo i nostri “politici di razza” a scambiarsi accuse strampalate, ad anticipare campagne elettorali, a calcare ogni palcoscenico utile a far veicolare soprattutto la loro faccia. Onnipresenti! Capita, addirittura, che in uno stesso tg locale, sia dedicato più di un servizio al medesimo faccione. In una conferenza stampa annunciano la “tal manifestazione” intrisa di cultura salentina, di tradizione e bla, bla, bla...”, mezz’ora dopo corrono su un altro “set” per propagandare la loro vicinanza ai “Cittadini che protestano giustamente...”, poi un’altra intervista nella quale chiedono più “contenitori” per l’immondizia in una Lecce “invasa” (invasa?), dai turisti che reclamano una città pulita. E così via sette giorni su sette. Sì, sette giorni su sette perché, iniziato il campionato di calcio i “ci siamo solo noi” li possiamo trovare anche nei salotti di commento degli avvenimenti calcistici, insieme ad altri commentatori speciali che, solo a vederli, ti spingono a cambiare “disciplina del cuore”.
Tutto fa brodo pur di apparire su un piccolo schermo sempre più grande.
Il turismo, il turismo, il turismo. L’incubo verso il quale orientare le migliori energie. Non c’è alternativa di confronto su uno sviluppo possibile, in grado di creare buona occupazione di cui il territorio ha un gran bisogno. Tutto ruota attorno al tema turismo, presentato come panacea di tutti i mali. Una sovraesposizione di un argomento pur importante che rischia di allontanare la discussione su altri problemi, quale quello del lavoro mancante, appunto, e della crisi di interi settori in una economia di per sé fragile.
Questi grandi strateghi della promozione turistica, ci chiediamo, hanno visto in che condizioni versa parte del nostro territorio?
Parliamo del nostro Comune, Poggiardo, ma il discorso potrebbe essere esteso a diverse altre realtà.
Abbiamo, tanto per fare qualche esempio, un manto stradale che definire pessimo è essere clementi. Per non parlare della assoluta mancanza di infrastrutture (che per qualche politico di rango significa soprattutto la costruzione di punti di approdo per le imbarcazioni dei vip) il cui argomento è affrontato, da anni, in maniera demagogica e in chiave elettorale. Chissà quale sarà la generazione che potrà vedere, prima o poi, una situazione dei trasporti degna di questo nome. Parlano di turismo anche nei salotti televisivi, sviluppando analisi “forbite” ed osservazioni ripetitive: “il nostro mare è bello, le nostre coste sono le più belle del mondo, i nostri centri storici sono ricchi di cultura...”
Sono i politici salentini, quelli che “se non occupiamo ogni spazio disponibile non ci divertiamo”.
Abbiamo una cura del territorio (ci riferiamo al livello provinciale), e di un pregevole habitat naturale che è quantomeno discutibile.
Ma continuiamo imperterriti a far finta di niente perdendo spesso il senso della concretezza.
A Poggiardo, proseguendo in uno stile di “enfatizzazione” dell’inesistente, in onda ininterrottamente da decenni, c’è chi pensa alla necessità di insediamenti alberghieri a 4 stelle... E chi sogna la realizzazione di un museo del calcio poggiardese.
Benedetti i nostri politici! Con tutto il rispetto non sarebbe meglio orientare ed impegnare le proprie energie verso l’individuazione di occasioni di lavoro e di sviluppo per la Comunità?
Noi pensiamo occorra partire dalla consapevolezza che sia possibile creare piani di sviluppo che vadano oltre l’illusione del turismo come volano esclusivo della nostra economia. C’è bisogno di interventi di programmazione seri uniti alla necessità, impellente, del rinnovo di una classe politica oramai autoreferenziale e dinastica che dimostra più attenzione al cerone che ai problemi reali della gente.

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